“Sai, comincio ad essere stanca, poi dovrei ricominciare a lavorare…”
Cacchio, che confidenza dopo 2 minuti passati sulla stessa panchina a guardare gli gnomi al parco.
“Secondo te come dovrei fare?”
Va bene ti rispondo. Vediamo… Come fare a togliere la tetta… Fammi pensare… Si, ecco!
SMETTENDO DI DARGLI LA TETTA?
No, così non va. E’ il gene di mia madre che viene fuori, devo trattenermi.
Respiro a fondo, faccio uno di quei sorrisi comprensivi che ci si scambia tra socie del “Club delle Mamme”:
“Beh, vabbè, ma in fondo quanto ha?”
E lei: “29 mesi”.
Ok, la tipa non ha un figlio ma una forma di parmigiano a stagionare.
Vuole arrivare a 30 mesi così le danno il bollino di qualità.
Deve essere così, per forza.
Il problema è che lei continua a fissarmi in attesa di una risposta.
E così il mio cervello trova rifugio in un’immagine tipo Sliding Doors in cui le dico:
A quest’età glielo potresti scrivere, che tanto tra un pò sa pure leggere. Qualcosa tipo:
Caro Aldo Maria (no, il nome non è di fantasia),
se per te va bene, vorrei riprendere possesso della mie sise.
Un pò perché hai più denti di un Pitbull e poi c’è papà che sostiene di avere la precedenza.
Nella realtà, non c’è bisogno che io dica alcunché.
La realtà supera la fantasia per venire in mio soccorso.
Perché Aldo Maria arriva e lancia uno sguardo alla mamma. Uno solo, incomprensibile ai più ma non a lei.
Che tira fuori la tetta e gliela ficca in bocca.
L’effetto è tipo quello in Avatar quando gli abitanti di Pandora quando si “appiccicano” al loro drago volante.
Va Bene.
Aliceeeeeee andiamoooooooo!!!
http://www.youtube.com/watch?v=oNbrKJ_nVZs
0
There are 0 comments